Mabel è una giovane di 30 anni di Punata con disabilità uditiva che partecipa al progetto INCREDIBILI – AID 012590/04/8, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), che la Fondazione Don Carlo Gnocchi sta realizzando nella regione di Cochabamba – Bolivia.
Adesso Mabel ha un sogno chiaro: aprire una sartoria dove le persone con disabilità, proprio come lei, possano imparare e far crescere il loro talento nella confezione di abiti.
Tuttavia, questo sogno non è sempre stato così definito, nonostante l’attività del cucito fosse una conoscenza ereditata dalla famiglia e una competenza nella quale Mabel eccelleva. Mabel ha imparato a cucire durante l’adolescenza ma, all’epoca, considerava il lavoro faticoso, poco gratificante e non lo considerava un’opportunità per la sua indipendenza poiché il pagamento era simbolico, trattandosi di un’attività familiare.
Prima di incontrare i tecnici della Fondazione Don Carlo Gnocchi e dell’Associazione Tukuy Pacha, Mabel aveva studiato gastronomia, una decisione dettata più dal fatto che molte persone sorde erano iscritte a quel corso tecnico, il che le dava un senso di appartenenza a una comunità, che da un reale interesse per la preparazione dei cibi. Il progetto INCREDIBILI ha realizzato un processo di orientamento professionale che ha permesso a Mabel di apprezzare l’esperienza lavorativa vissuta nella sartoria familiare, attribuendole un nuovo significato e comprendendo che la sartoria non era solo una competenza, ma uno strumento potente per la sua autonomia. Mabel è stata accompagnata nella definizione di un progetto di vita chiaro e, con il fondo di dotazione messo a disposizione dal progetto per le attività micro-imprenditoriali, ha acquistato due macchine da cucire.
Ricordare le tecniche di cucito non è stato facile e ha dovuto anche scontrarsi con la diffidenza da parte dei datori di lavoro che dubitavano delle sue capacità a causa della sua disabilità. Di fronte a queste sfide, il progetto INCREDIBILI ha sostenuto Mabel nella ricerca di uno spazio dove potesse rafforzare le sue competenze e ha trovato una sartoria dove non solo ha riscoperto la sua passione per il cucito, ma ha anche imparato a confezionare diversi capi che non conosceva. Si è trattato di un ambiente inclusivo, dove, invece di vedere la sua disabilità come una barriera, i colleghi di lavoro hanno visto il rapporto con Mabel come un’opportunità per imparare la lingua dei segni.
Anche se Mabel si sentiva a suo agio nella sartoria, desiderava proseguire il suo cammino verso l’indipendenza e non dipendere più dal lavoro dei terziari. All’inizio del 2025, ha deciso di avviare la sua sartoria e parallelamente ha iniziato a insegnare cucito a un’amica sorda che voleva imparare la professione. La sua dedizione ha dato dei frutti, tanto che con i guadagni generati dall’attività micro-imprenditoriale, Mabel è riuscita a comprare una nuova macchina da cucire, per diversificare così la produzione.
Ora Mabel sogna in grande e vuole espandere la sua sartoria: uno spazio pieno di macchine allineate, dove più persone con disabilità possano avere un’opportunità di apprendimento, crescita personale e dimostrare il proprio talento. Mabel non sogna solo un futuro migliore, ma lavora ogni giorno per renderlo realtà.
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